I giovani invece sono il futuro, a loro si può insegnare un altro modo per vivere: li si può mandare a scuola, anche all’università, se ne hanno le capacità, o si può insegnare loro semplicemente un lavoro.
I salesiani e le salesiane si occupano di giovani da sempre, sanno come intervenire e sanno farlo bene.
E’ così che i tutti i centri di accoglienza, strutture simili ai nostri oratori, ma quotidiani - forniscono alimentazione, assistenza sanitaria, aiuto scolastico, corsi di avviamento al lavoro: sempre l’oramai indispensabile informatica, taglio, cucito, maglieria, estetica, corsi di artigianato fra i più vari, spazio per il gioco e lo sport, opportunità diverse per diverse realtà.
Nel complesso, possiamo dire che aiutiamo tre gruppi di giovani:
Negli anni, i luoghi e gli ambiti d’intervento si sono moltiplicati al di là delle nostre aspettative. Abbiamo conosciuto tante persone che avevano dedicato la loro vita ai più poveri e spesso una buona conoscenza ne ha generata un’altra in una meravigliosa catena di solidarietà; molti ci hanno cercato e a chi proponeva progetti sensati e alla nostra portata non abbiamo mai detto di no. Così, di città in città, di regione in regione, abbiamo ormai lavorato in decine di città o villaggi, nei più diversi Stati brasiliani, nelle grandi città come nella più sperduta missione nel folto della foresta. Questo racconto nasce per testimoniarlo. E non solo in Brasile abbiamo conosciuto persone preziose, anche in Italia.
E la sorpresa è stata forse ancora più grande: il desiderio di condividere il poco che si possiede, di essere utili, di trasformare colpi di fortuna o sciagure personali in nuova vita per altri si è rivelato così diffuso, così radicato da stupirci e da renderci orgogliosi.