Carlo Marchini Onlus
dal Giornale di Brescia del 15 ottobre 2002

Positivo il bilancio dei dieci anni di attività dell'Associazione "Carlo Marchini" nei centri più poveri del Brasile


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Martedì 15 ottobre 2002

   
 CRONACA  

Positivo il bilancio dei dieci anni di attività dell’Associazione «Carlo Marchini» nei centri più poveri del Brasile
Un futuro per cinquemila bambini
Altri tremila in Centri di accoglienza e scuole. Mons. Dalla Valle: «Nuove sfide»

 
  


Anna Della Moretta

 


 

Dieci anni di attività ed un aiuto concreto ad oltre cinquemila bambini. Molti bimbi ora sono cresciuti e stanno raccogliendo i frutti dell’impegno e dello studio; altri - circa tremila - ruotano ancora intorno ai Centri di accoglienza e alle scuole nate in tutto il Brasile grazie al sostegno che l’Associazione «Carlo Marchini», fondata a Brescia nel gennaio 1992, ha da allora garantito ai Salesiani che operano nel Paese sudamericano. Un lavoro, quello svolto negli anni nei centri più poveri del Brasile, che non ha mai voluto essere di tipo assistenziale, perchè il progetto dell’Associazione è quello di fornire ai giovani gli strumenti per avere un futuro indipendente e dignitoso. Nell’ormai lungo elenco delle zone sostenute, c’è anche la diocesi di Juina, nel cuore della foresta amazzonica, di cui è vescovo mons. Franco Dalla Valle. Nel 1998, quando mons. Dalla Valle è stato consacrato vescovo dal Papa a Roma, è stato proprio Giovanni Paolo II ad invitare i componenti dell’Associazione bresciana «ad adottare» anche il Vescovo e continuare a sostenere la non facile missione episcopale in una delle zone più povere ed isolatedel Paese. Abbiamo incontrato mons. Dalla Valle a Brescia, ospite per qualche giorno dell’Associazione. «Grazie al loro aiuto, possiamo garantire ad oltre quattrocento bambini, dalla materna alle superiori, un percorso scolastico sicuro e presto inizieremo a costruire un oratorio e un centro giovanile per togliere i ragazzi dalla strada», racconta. Altri bambini vengono già seguiti nella scuola materna intitolata a «Vasco Papa», ed altri vengono curati dal medico bresciano Contardo Bettari nel «Consultorio odontologico infantile Carlo Marchini». Ci sono molte speranze, una grande fede sul futuro dei giovani: «Negli ultimi anni l’impegno è volto al cambiamento di mentalità anche nei confronti dell’ecologia e del rispetto dell’ambiente. La sensibilizzazione per far sì che i ragazzini rispettino i fiumi, le foreste e la natura che li circonda inizia dunque già a scuola e in merito abbiamo anche un progetto in collaborazione con l’ambasciata italiana», continua mons. Dalla Valle. Nell’area del Mato Grosso, in cui si trova Juìna, si sta assistendo ad un nuovo fenomeno migratorio: i proprietari terrieri che all’inizio del Novecento avevano raggiunto il sud del Brasile dall’Europa, ora lasciano le loro terre al sud per trasferirsi nel Nord del Paese latino-americano, zona in cui le distese di terre a disposizione sono ancora molte. «All’inizio della migrazione c’è stato molto spargimento di sangue tra i componenti delle tribù indigene e in nuovi proprietari terrieri. Ora, pare sia stato raggiunto un equilibrio, anche perchè il governo ha assegnato ad ogni tribù la sua parte di terra - continua il racconto il vescovo -. Ad una sola delle dieci tribù non è stata assegnata la terra, ma solo perchè non ci sono sufficienti contatti con i membri di questa tribù, detta «basiliu», che letteralmente si traduce con «piccoletti», data la loro bassa statura. La grande migrazione ha portato con sè anche forti speculazioni, ma il governo - «ed anche in questo si vede un cambiamento di mentalità anche solo rispetto a pochi anni fa», ha sottolineato il presule - ha saputo difendere la terra indigenza dall’invasione dei fazendeiros: certo, c’è ancora molto cammino da fare, ma la sensibilità negli ultimi anni è molto aumentata». Le sfide sono molte, per una diocesi di 123 mila metri quadrati, tutti di strade sterrate. «Al punto che, nella stagione delle grandi piogge, se accade che un Tir carico di legna affonda le sue ruote nella pista e non riesce più a rimettersi in moto, l’intera zona resta isolata per mesi», conclude mons. Dalla Valle.

 

 

 

 

 


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