da BresciaOggi del 01/05/06
Ponte di solidarietà col Brasile
Carlo Marchini vive negli occhi, colmi di speranza, di ben diecimila bambini brasiliani, aiutati dall’Associazione a lui dedicata e fondata dagli amici del giovane bresciano dopo la sua tragica scomparsa, avvenuta in Amazzonia nel 1992. Dopo quattordici anni, il patrimonio dell’Associazione vanta un saldo attivo di circa 856.000 euro, grazie all’oculata gestione dei soci. Ieri al teatro dei Salesiani l’Associazione ha approvato il bilancio del 2005 e presentato i risultati delle iniziative messe in campo a favore della comunità di «Alta Floresta».
Nel cuore della foresta amazzonica, suor Maria Luisa Ramello, della congregazione delle «Figlie di Maria ausiliatrice», gestisce con la fondazione della parrocchia un Centro dove 400 bambini possono trovare cibo, cure sanitarie e formazione, come insegna la vocazione degli eredi di don Bosco. Le risorse economiche per sostenere l’ingente impegno e i costi della struttura sono assicurati con le numerose donazioni e adozioni a distanza effettuate tramite la Caritas, l’ Associazione Cuore Amico e con la generosità dell’associazione Carlo Marchini. Basti pensare che il bilancio 2005 di quest’ultima registra entrate pari a 726.466 euro, per un totale di uscite per altrettanti 633.458 euro. Ebbene i bambini del Mato Grosso possono guardare al futuro con maggiore speranza grazie alle cure di suor Luisa Ramello e alla solidarietà degli amici di Carlo Marchini, che non mancano di risparmiare ogni anno per fornire all’Associazione, e di conseguenza ai progetti attivati, solidità e continuità nel tempo.
Il ponte di solidarietà, in memoria del giovane bresciano annegato nelle acque del fiume Rio Negro mentre giocava con i bambini della missione nella quale era ospite, inizia a Barbacena. Lì, con la collaborazione del personale laico e religioso del posto, l’Associazione muove i primi passi con il sostegno alle comunità delle favelas di Sapè e Barrio Cohab. Una lavanderia, il centro di accoglienza e l’oratorio intitolati a Carlo rappresentano l’inaugurazione di una stagione di progetti realizzati in tutto il Brasile. L’Associazione viaggia da sud a nord, da est a ovest e si dirama in diverse località dello stato, sfidando povertà e disagio, che in quel Paese attanaglia il 75 per cento della popolazione. Il modello dell’intervento umanitario è quello dei salesiani, basato sulla formazione e l’avviamento al lavoro dei giovani, per scongiurare le altissime probabilità che ragazzi senza istruzione finiscano sulla strada, in preda alla malavità o alla droga. Niente aiuti finanziari alle famiglie, e su questo punto suor Luisa Ramello è chiara. «Vogliamo insegnare - ribadisce la religiosa - il valore del risparmio, atteggiamento culturale poco diffuso nella popolazione brasiliana. Ecco perchè, anche se simbolico, chiediamo un contributo per gli indumenti regalati alla congregazione».
Anche nel Centro di accoglienza di Alta Floresta i bambini non hanno niente gratuitamente, a parte il materiale scolastico e sostegni alimentari. Circa 120 ospiti ricevono tre pasti al giorno; per le famiglie ogni mese viene predisposto un «sacco basico», ricco di prodotti utili alla sopravvivenza del nucleo per almeno trenta giorni.
I soci e gli amici dell’Associazione, dopo l’approvazione del bilancio, si sono dedicati alla visione delle diapositive, eloquenti nel documentare il miracolo di donare speranza in una realtà così problematica.