Parola d'ordine: solidarietà
Aumentano nel nostro Paese le associazioni di volontariato e no profit. Grazie soprattutto alla generosità di un numero sempre maggiore di donatori
Negli ultimi anni – lo sottolineano tutte le più recenti indagini sul mondo della solidarietà – le organizzazioni di volontariato del nostro Paese si sono moltiplicate, così come è cresciuto tutto il settore del no profit (detto anche Terzo Settore) che comprende le cooperative sociali e le fondazioni.
Ad oggi sono state censite oltre 200mila associazioni no profit, e la metà di esse è nata negli ultimi dieci anni. Si trovano per il 51% al Nord, per il 21% al Centro e per il 28% nel Meridione.
Il loro contributo al Pil (prodotto interno lordo) è dell’1,6%, con un fatturato medio nel 2001 di 35 miliardi di euro. I lavoratori delle organizzazioni del Terzo Settore sono circa 700mila: 530mila dipendenti a tempo determinato o indeterminato, 89mila collaboratori coordinati e continuativi, 17mila distaccati, 27mila obiettori di coscienza. I volontari impegnati sono circa 3 milioni, tra i quali 96mila religiosi.
L’ambito di intervento di gran lunga prevalente è quello di cultura, sport e ricreazione, dove è presente il 63% delle associazioni, seguito dall’assistenza sociale, dalle relazioni sindacali, dall’istruzione e dalla ricerca.
Questi i dati più recenti sul Terzo Settore in Italia, illustrati lo scorso 8 luglio al Cnel (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) durante il seminario sui risultati e le prospettive dell’economia sociale in Italia.
Ma la fotografia puntuale di un mondo in costante crescita ed evoluzione, complesso ed eterogeneo come questo, non può che essere una semplificazione.
A cominciare dai soggetti protagonisti, il no profit si presenta infatti estremamente diversificato, costituito in gran parte da organizzazioni poco visibili, di dimensioni spesso esigue, a volte domiciliate presso famiglie, ospedali, comuni. Il principio che le identifica è quello della “non distribuzione degli utili” desunto dalla definizione adottata dalle Nazioni Unite.
Tale criterio include non solo tutte le istituzioni private, per loro natura costituite senza scopo di lucro, ma anche le imprese no profit, ad esempio le cooperative sociali, le fondazioni bancarie, le mutue assicuratrici, in quanto, nonostante producano beni e servizi destinabili alla vendita, i loro statuti espressamente escludono la distribuzione degli utili.
Quindi realtà molto diverse, non solo per gli ambiti di intervento, ma anche per dimensione, struttura e fondi: a fronte di poche grandi realtà internazionali o nazionali, che possono contare su un numero significativo di persone e disporre di congrui finanziamenti, esistono molte piccole organizzazioni di volontariato che con difficoltà riescono a farsi conoscere dall’opinione pubblica e quindi a finanziare le loro pur nobili attività.
È il caso delle quattro associazioni cui l’Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri ha deciso di devolvere parte del ricavato della campagna abbonamenti 2004 di questa Rivista:
• Lumbe Lumbe, che sostiene con varie iniziative le attività dei missionari salesiani in Angola, impegnati ad accogliere bambini abbandonati in una casa-famiglia nata di recente nella capitale Luanda, e a recuperare giovani senza progetti per il proprio futuro, attraverso la sistemazione di aree da destinare a infermerie, scuole, campi sportivi.
• Vides, Volontariato Internazionale Donna Educazione Sviluppo, un’associazione di volontariato giovanile voluta dalle Salesiane di Don Bosco per la promozione della donna, per interventi educativi a favore di bambini e giovani svantaggiati, per la cooperazione nei Paesi in via di sviluppo.
• Associazione Carlo Marchini, che sostiene, mediante l’adozione a distanza, la salute e l’educazione dei bambini bisognosi del Brasile: in oltre dieci anni di attività, oltre cinquemila piccoli sono stati concretamente aiutati e alcuni di loro hanno anche potuto conseguire titoli di studio a livello universitario.
• Vis, Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, che si occupa di cooperazione ed educazione allo sviluppo e alla mondialità, aggiornamento per docenti, sostegno a distanza, volontariato internazionale, formazione. Nelle sue molteplici attività l’associazione si ispira ai principi cristiani e alla pedagogia di Don Bosco.
Per le organizzazioni di volontariato il reperimento dei fondi rimane un momento cruciale, anche se, da quanto emerge da una ricerca effettuata dalla Doxa, gli italiani diventano sempre più generosi (a questo proposito, vedi Il Carabiniere, giugno 2003, pag. 100): nel 2001, in 19 milioni hanno destinato parte del proprio reddito a cause sociali, spendendo in totale una cifra stimabile in 1,1 miliardi di euro (pari a circa 2.200 miliardi delle vecchie lire).
La ricerca sottolinea anche che negli ultimi due anni si è registrato un significativo aumento di donatori, pur in un periodo di generale recessione: a novembre 2002 dichiarava di aver effettuato donazioni il 39% degli italiani adulti, contro il 31% rilevato a luglio 2001.
Infine, gli italiani sono generosi anche per quanto riguarda le somme spese per cause sociali: se la media nazionale è di 60 euro annui, un quarto di essi ha devoluto una cifra superiore ai 260 euro.
Vittoria Fontanarosa |