dal Giornale di Brescia del 30/04/07
Opere e speranze per il Brasile dall’associazione Carlo Marchini
«Un segno di speranza per l’America Latina», un sogno del cuore partito da Brescia e che, per avverarsi, sfida da 15 anni, i pericoli delle favelas, dei fiumi improvvisi di fango e di aeroplani sgangherati in volo sopra la foresta amazzonica.
È questo il messaggio, ma anche la scommessa lanciata a tutti dall’Associazione Carlo Marchini-Onlus per le opere salesiane a favore dei bambini poveri del Brasile, ieri al suo incontro annuale tra soci per l’approvazione del bilancio consuntivo che quest’anno vanta entrate per 759mila euro e uscite per poco più di 700mila euro.
Fondata nel 1992 per ricordare il bresciano Carlo Marchini, travolto dalle acque del Rio Negro presso la missione in cui portava il suo aiuto di volontario, l’associazione ha continuato a crescere, per raggiungere «gli scarti del mondo civilizzato» come ieri li ha definiti Don Sala, direttore dell’Istituto Salesiano di Brescia.
Così, tra questi «scarti» a cui era negato un futuro, il segno di Carlo si è moltiplicato tanto che, in 15 anni, l’associazione, grazie alle adozioni a distanza e donazioni, ha assistito più di diecimila bambini, molti dei quali ora sono adulti con una laurea e un lavoro. Moltissimi anche i segni tangibili sparsi per tutto il Brasile: dalla prima opera, una lavanderia comunitaria nella favela di Sapé, a Barbacena, nello Stato del Minas Gerais, all’oratorio al Bairro Cohab, dedicato a Eleonora Veschetti. E poi orfanotrofi, studi medici e dentistici, corsi di alfabetizzazione, orti comunitari.
Un’opera sempre improntata al modello salesiano e volta a favorire l’educazione per consentire l’accesso al lavoro e l’autosviluppo, evitando ai ragazzi di dipendere o di finire sulla strada ma rendendoli artefici del proprio futuro. È quanto testimonia con calore anche suor Ada Gambarotto, salesiana, attiva a Tangarà da Serra, nel Mato Grosso, per la Pastorale dei bambini in terra indigena, iniziativa dei vescovi brasiliani per scongiurare la mortalità infantile in Brasile e nei territori dove vivono le circa 300 popolazioni indigene superstiti, e che l’associazione Marchini ha iniziato a sostenere recentemente.
«Facciamo sì che le mamme siano autrici della propria storia, per responsabilizzarle. Le seguiamo prima e dopo il parto, e per tutte le vaccinazioni, dando loro una formazione continua». Una missione difficile che per molti però garantisce la vita, la lotta alla denutrizione, ma anche «un riscatto culturale e nuova dignità».
Per aiutare un bambino per un anno diventando suo genitore a distanza e per sostenere le attività dell’Associazione Marchini (tel. 030/322141) basta un contributo di 200 euro.