dal Giornale di Brescia del 19 novembre 2009
CSV
Impegnarsi oggi per costruire il domani. Questa la sintesi dell’operato dell’associazione Carlo Marchini onlus per le opere salesiane a favore dei bambini poveri del Brasile.
«Puoi essere nel luogo più squallido del mondo, in una favela brasiliana, su una discarica, ma se in mezzo alla strada vedi un bambino giocare o sorridere, nulla sembra più come prima, è come se spuntasse il sole. Poi osservi gli adulti intorno e, al pensiero che in un domani potrebbero diventare così, ti viene voglia di portali via, quei bambini, vorresti portarli via. Via dalla cachaça, via da una vita di stenti e di espedienti che li farà invecchiare prima del tempo. Se ad ogni bambina avviciniamo sua madre, se ad ogni bambino accostiamo il padre (ammesso di trovarlo, nelle favelas del Brasile i padri scompaiono facilmente), è come se tutto fosse già scritto».
Dalla convinzione che non si poteva solo stare a guardare è nata l’associazione bresciana intitolata a Carlo Marchini, un ragazzo in vacanza in Brasile per portare un piccolo contributo, raccolto tra amici, ad un missionario salesiano sul Rio Negro, in Amazzonia, e risucchiato da un gorgo mentre faceva il bagno in un fiume con i ragazzini della missione.
I numeri riportati dall’associazione sul libro illustrato «Belèm Belèm» sono di quelli che lasciano il segno: 35 milioni di «meninos de rua», bambini di strada malnutriti che si muovono in gruppo, sniffano colla per non sentire la fame e molte volte non arrivano alla maggiore età per mano degli squadroni della morte. In queste terre, fra innumerevoli rischi e minacce (togliere i ragazzi dalla strada significa, fra le altre cose, mettersi di traverso ai grandi cartelli della droga) lavorano molti salesiani, con l’obiettivo di dare un domani e una speranza di miglioramento ad un Paese segnato da mille contraddizioni. Dare un’istruzione ai ragazzi, un’alternativa rispetto allo status quo, costituisce una possibilità di affrancarli da un futuro di miseria e delinquenza.
La prima missione della Carlo Marchini onlus ha riguardato la costruzione di un lavatoio pubblico al centro di una piccola favela senza acqua - ora quartiere Don Bosco - in una sconosciuta cittadina brasiliana chiamata Barbacena. Da lì il raggio d’azione si è sviluppato coinvolgendo altre zone brasiliane come l’Amazzonia, il Parà ed il Mato Grosso. Sostegno ad ospedali, creazione di centri d’aggregazione giovanile, studi dentistici, scuole... sono davvero molte le opere sostenute dall’Associazione Carlo Marchini dove i bambini, sotto la direzione di sacerdoti e suore salesiane, vengono concretamente assistiti e seguiti nei loro bisogni e nella loro crescita.
I volontari raccontano che in quest’esperienza quasi ventennale hanno capito il vantaggio di invitare tutti a non inviare regali o denaro ai singoli bambini adottati, onde evitare infinite complicazioni doganali, gelosie, piccoli ricatti morali, a favore di opere per la collettività dei bambini. La stessa esperienza ha portato anche alla riflessione che «noi conosciamo la nostra gente, viviamo e lavoriamo in Italia; lasciamo che in Brasile operino i brasiliani di buona volontà, e fino ad oggi, per nostra fortuna, ne abbiamo conosciuti tanti».
A quanti volessero aderire all’associazione per aiutare un bambino per un anno viene chiesto un contributo di 200 euro. Sul sito internet dell’associazione www.carlomarchinionlus.it è possibile reperire tutte le informazioni sulle missioni in essere e sulle modalità in cui è possibile dare il proprio aiuto. L’associazione sta inoltre ricercando un volontario esperto in informatica per aggiornare il sito web e un volontario per supporto all’attività di segreteria. La sede dell’associazione è in via L. Baitelli 28 a Brescia, Tel. 030322141
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Nicola Migliorati